Storia
Realizzazione Primo Decennio (1983 – 1993)
Più volte in India e molte volte a Roma si trattò con Madre Teresa del nostro progetto, sollecitandola a confortarlo con la sua esperienza e consiglio.
Specificatamente ci si confrontò sulla cura dei “più poveri dei poveri”, i quali non erano da considerarsi come una merce deperibile da tenere, nella migliore delle ipotesi, in depositi assistenziali, ma che era auspicabile riportare, dal disordine materiale e spirituale in cui si trovavano, al più alto grado di ordine possibile.
In ogni ipotesi di povertà, sia materiale che spirituale, questo non poteva avvenire, secondo il programma che si andava configurando, senza usare in maniera preponderante “il grande mezzo della preghiera“. L’ Università della Preghiera questo aveva capito e questo voleva.
Tanto il P. Martini quanto Madre Teresa convalidavano l’impostazione dell’opera che era pronta a servire, in vari luoghi a partire dai locali di Via Madonna Fore n° 20, L’ Aquila, recentemente inaugurata, come sede centrale dell’Università della Preghiera.
Per tale occasione fu tenuta a Roma nella residenza di “La Civiltà Cattolica”, il 31 maggio 1986, il primo atto di pubblicizzazione dell’opera – relatori: Madre Teresa di Calcutta, P. Pasquale Borgomeo S. J., prof. Emerico Giachery; moderatore il dott. Bruno Vespa – dopo aver celebrate la Santa Messa nella Cappella della stessa Villa Malta.
A sua volta il Card. Martini, nel secondo atto di pubblicizzazione della Università della Preghiera, il 4 marzo 1988 nella stessa sede di “La Civiltà Cattolica”, spiegava ad un qualificato pubblico “il disegno ardito della nuova compagine di studiare e di praticare l’universo della preghiera, che altro non vuole significare il titolo di Università della Preghiera“.
I più poveri dei poveri, primi esercitanti dell’opera, erano gli stessi fondatori, madri e padri che dovevano curare la propria salute globale per poi aiutare in tal senso gli altri numerosi casi che si presentavano nei locali, ormai ristretti, di Via Madonna Fore n° 20.
Fu a questo punto che si invitò Madre Teresa a visitare la sede dell’Aquila per poterci dare il suo incoraggiamento e cominciare a vedere se, ed in quale misura, volesse eventualmente associarsi all’Università della Preghiera nella cura dei più poveri dei poveri, presentissimi nel nostro Paese e all’Aquila, vittime del consumismo sfrenato, specialmente gli scoppiamenti familiari, il rifiuto della vita, nell’aborto e nel suicidio, il fanatismo ideologico e religioso, la dipendenza da droga, sesso, potere e danaro, tanto più deleteri quanto più camuffati da forme di perbenismo.
Madre Teresa venne a visitare la sede dell’ Aquila il 12 maggio 1989 e, convinta della possibilità di una collaborazione con l’Università della Preghiera, pubblicamente nell’ Auditorio del Consiglio Regionale d’ Abruzzo diceva “in segreto” alle autorità ed alla popolazione convenuta: “vogliamo fare una casa per i più poveri dei poveri anche sieropositivi“.
“Io voglio che All’aquila L’università Della Preghiera porti avanti il suo progetto di salute perciò pregherò con voi.”
Madre Teresa.
Le si chiese se già era arrivata alla conclusione di voler collaborare con l’Università della Preghiera nella cura dei più poveri che anche all’Aquila le presentavamo, ivi inclusi i tossicodipendenti ed i sieropositivi.
Nella sede dell’ Università della Preghiera, in quella data, la Madre si limitò a pregare con noi, a confortarci nell’opera intrapresa, ad ascoltare gli esercitanti più bisognosi. In pari tempo visitava il terreno circostante e ci spingeva ad acquistare, oltre ai 740 mq. attigui, anche parte del complesso di sei villette a schiera, a quel terreno attaccato, che la MA. IA. Costruzioni dell’Aquila stava tirando su.
La visita di Madre Teresa se da un lato confortò dall’ altro turbò. Non si vedeva come l’ UP avrebbe potuto fare quanto le veniva suggerito. Tutto il servizio dell’ UP per statuto era offerto gratuitamente, e l’opera si reggeva sul solo contributo di amici.
Durante un anno si intensificò il contatto con Madre Teresa e si arrivò al punto di accogliere finalmente la sua indicazione: da parte sua, lei avrebbe inviato quattro Missionarie della Carità “contemplative”, per lavorare nell’area dell’Università della Preghiera e specialmente nella prima delle sei palazzine in costruzione prospiciente i 740 mq. di campo.
Altre quattro Missionarie della Carità “attive”, le avrebbe mandate a lavorare con i più poveri dei poveri, specialmente sieropositivi, da collocare “magari la”: alzò gli occhi verso il vicino Convento di San Giuliano.
Intanto Dono di Gesù si sarebbe chiamata l’area di nuova costruzione, così come si era chiamata Dono di Maria la casa inaugurate il 21 maggio 1988 dal Papa in Vaticano.
L’ UP pensò allora di comprendere l’intento della Madre Teresa che proprio in quel sabato radioso, vigilia di Pentecoste, mentre portava per mano il Papa a visitare i nuovi locali del Dono di Maria, avrebbe intravisto il Dono di Gesù, stringendo, soddisfatta e grata a Dio, le mani di alcuni dell’Università della Preghiera che erano stati invitati in Vaticano per quella solenne cerimonia.
Intanto venivano contattati i Padri Francescani, nella persona di P. Candido Basile, e l’Arcivescovo dell’Aquila, con la speranza che volessero accogliere i propositi di Madre Teresa di Calcutta e dell’ Università della Preghiera per creare un servizio per i più poveri dei poveri, configurate come una collaborazione ecclesiale che collegasse strutture attigue, in un unico intento. L’ Arcivescovo dell’Aquila Mons. Mario Peressin, con lettera prot. n° 352/90 del 5 maggio 1990 chiede a Madre Teresa: “Please, give to Father Joseph De Gennaro, S. J., the four sisters you promised for the Center to be called Dono di Gesù (Gift of Jesus)” e le faceva intendere che, a Dio piacendo, i Padri Francescani avrebbero dato quella parte del Convento desiderata. Il P. Peter Hans Kolvenbach, S. J. Superiore Generale della Compagnia di Gesù, con lettera del 7 maggio 1990 scriveva a Madre Teresa:
“…with great joy I have come to know that a new center for serum-positive, drug addict women, is going to be opened in L’ Aquila. I thank Our Lord for your generosity in sending four Missionaries of Charity to this new house for the poorest of the poor. It is also a great sign of ecclesial collaboration to see the Archidiocese of L’ Aquila, the Franciscan and the other organizations working for the realization of this project, wich will give not only medical care but also spiritual and religious direction to the sick people.“
Tutti sembravano d’ accordo, ma i mezzi per fare il progetto, al di là delle intenzioni benedicenti di molti, dovevano essere trovati dal primo proponente dell’ opera, cioè dall’ Università della Preghiera.
Dopo molte trattative con i Padri Francescani, restarono in concreto due soli partners, reali sostenitori del progetto dell’Università della Preghiera: Madre Teresa di Calcutta e l’Università della Preghiera stessa. Il 26 maggio 1990 Madre Teresa torna a L’ Aquila per verificare lo status quaestionis.
Presente il notaio Antonio Battaglia, e pochi altri testimoni, l’Università della Preghiera espose i fini dell’opera e i mezzi con cui intendeva conseguirla. Economicamente, poi, non poteva andare oltre quanto preventivato in precedenza, e cioè, avrebbe acquistato la porzione di terreno di 740 mq. e quella sola sesta palazzina, delle sei che la MA. IA. andava costruendo, prospiciente su quel terreno. Madre Teresa da parte sua si impegnava definitivamente a mandare quattro Missionarie della Carità “attive” per attuare, insieme all’Università della Preghiera, il progetto in favore dei più poveri dei poveri, basato sull’esercizio spirituale per “ordinare la propria vita“.
Ma nel fare il definitivo sopralluogo, alla presenza del notaio Battaglia, Madre Teresa riaprì la trattativa in quanto, contrariamente a quanto previsto e a quanto riteneva la maggioranza del Consiglio di Amministrazione dell’ Università della Preghiera, lei ora asseriva, in più volte richiesta sul senso delle sue parole, che delle sei palazzine in costruzione non se ne doveva prendere solo una, ma tutte e sei.
A questo punto si fu in procinto di non andare oltre. A tutti sembrò impossibile fare un tale passo. L’ unico parere favorevole a quello di Madre Teresa fu quello di P. Giuseppe De Gennaro S. J., membro del Consiglio di Amministrazione della UP. Si parlò, si pregò, si chiese se la Madre avrebbe in qualche modo aiutato. Rispose che lo avrebbe fatto con la preghiera fiduciosa e con l’incoraggiamento.
In pratica la decisione la doveva prendere solo l’Università della Preghiera, con l’aiuto di Dio. E fu presa nel senso di acquistare tutto il complesso di palazzine a schiera.
Da quel momento gli sforzi si moltiplicarono e si moltiplicarono le fatiche per gli impegni assunti e non ancora assolti, alla data in cui questo si scrive.
A meno di un anno dell’avvenuta intesa con Madre Teresa, il 28 maggio 1991 si inaugurava il Dono di Gesù che offriva il suo Servizio Terapeutico Assistenziale “Più Vita” a uomini, donne e bambini, più poveri dei poveri anche sieropositivi (ma non in fase conclamata di AIDS), in totale gratuità, a patto che venisse liberamente accolto il programma proposto ed illustrate in una serie di colloqui previ alla definitiva incorporazione degli esercitanti.